Veleni, droghe, farmaci e sostanze tossiche di varia natura vengono spesso utilizzati a scopo criminale, come testimoniano i numerosi casi di omicidio per avvelenamento riportati sia nella letteratura antica che in quella moderna. La tecnologia poco sviluppata, le possibili modalità di assunzione e i sintomi spesso generici hanno reso, però, molto difficile in passato la corretta determinazione delle cause di morte della vittima. Il decesso, infatti, veniva di frequente attribuito ad altre condizioni mediche oppure, in caso di corretta diagnosi di avvelenamento, veniva imputato all’assunzione accidentale o volontaria a scopo suicidario da parte della vittima stessa.
Farmaci, alcune sostanze stupefacenti e pesticidi vengono classificati come sostanze tossiche sintetiche; quelle naturali, invece, presentano una grandissima varietà:
- metalli pesanti, come arsenico, mercurio e tallio
- elementi radioattivi
- piante tossiche, come cicuta, oleandro, stramonio e belladonna
- funghi velenosi, specialmente appartenenti al genere Amanita (Amanita virosa, Amanita phalloides e Amanita muscaria)
- tossine animali, come la tetrodotossina nel pesce palla e in alcune rane e salamandre, così come quelle presenti in cubomeduse, scorpioni, ragni e serpenti
- la tossina che causa botulismo, prodotta dal batterio Clostridium botulinum
La tossicologia forense studia proprio gli effetti tossici che queste sostanze hanno sull’uomo, con lo scopo di determinare cause e responsabilità criminali. Sviluppatasi a partire dal XIX secolo con l’invenzione del Test di Marsh, questa disciplina si è evoluta e oggi il tossicologo forense può avvalersi delle più moderne tecnologie nell’esaminare fluidi, tessuti e organi per determinare la presenza di sostanze tossiche e identificarle. A volte i sintomi della vittima, l’esame post mortem del patologo, così come eventuali effetti personali della vittima, possono suggerire la natura della sostanza in questione e le modalità di assunzione. Altre volte, invece, il tossicologo forense non ha alcun tipo di indicazione e svolge la sua analisi ricorrendo alla propria esperienza e alle proprie conoscenze, in particolare di come l’organismo umano altera e metabolizza queste sostanze (es. sarebbe inutile cercare l’eroina nel corpo umano, dal momento che la stessa viene subito metabolizzata in morfina). Il tossicologo forense utilizza varie tecniche di laboratorio (Gas cromatografia/Spettrometria di massa) per identificare la sostanza, determinandone quantità e tossicità, così da fornire agli investigatori un valido supporto probatorio.
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